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martedì 21 aprile 2015

Appunto n. 2 per la Carta di Milano Expo - Serve un agronomo/veterinario di campagna che segua le aziende agricole

        In un futuro ormai prossimo, occorrerà operare una produzione di cibo locale e sostanzialmente naturale, attenta al mantenimento della fertilità dei suoli (rotazioni, concimi organici, ecc.) e al consumo di risorse non rinnovabili, senza quelle forzature imposte dal mercato (primizie, colorazione dei frutti, assenza di difetti estetici, ecc.). In un contesto di questo tipo, in cui l’”asimmetria informativa” la farà da padrone sul mercato, fondamentale per la Gastronomia del futuro sarà la certificazione del processo produttivo mediante l’adozione di specifici “disciplinari di produzione” e specifica etichettatura, al fine di consentire al consumatore una scelta consapevole. Più in generale, dovranno essere riviste le norme in merito all’utilizzazione “ad libitum” di fertilizzanti, di fitofarmaci, di medicinali e/o di altri presidi sanitari, che tanto hanno contribuito a modificare l’assetto produttivo e ambientale del territorio agricolo. In particolare, proprio al fine di ottenere la massima efficienza nell’utilizzazione di mezzi tecnici che possono avere un certo impatto ambientale, si auspica l’introduzione dell’agronomo/veterinario di campagna e il contingentamento dei mezzi chimici impiegabili in agricoltura, poiché non è ipotizzabile che noi affidiamo il pagamento delle nostre tasse ad un ragioniere o ad un commercialista e, nello stesso tempo, affidiamo a chiunque la produzione del nostro cibo, senza alcuna preoccupazione sulla sua professionalità, sulle tecniche produttive utilizzate, sui mezzi tecnici impiegati e sulle modalità di risoluzione di determinate problematiche.