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mercoledì 6 agosto 2014

7 - Quando la neuroscienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo vuole parlare di OGM in agricoltura al Ministro Martina…….risposta 7 di 16

Gent. Neuroscienziata Elena Cattaneo,
ribadisco che Le consiglierei di non farsi strumentalizzare su problematiche di carattere agricolo e di continuare a fare il suo lavoro, mi creda, sarebbe un bene per tutti. Il campo coltivato, purtroppo, come le ho già detto, non è un laboratorio di chimica, ma è qualcosa di molto più complesso, dove le interazioni tra esseri viventi sono infinite. Occorre poi un approccio olistico al problema, senza dimenticare le interconnessioni che possono esserci tra biodiversità, tutela del territorio, economia, politica, etica, ecc.

DOMANDA N. 7 - Può confermare l'informazione che nei Consorzi agrari legati a Coldiretti (che mi pare sia contraria agli Ogm) si vendono mangimi Ogm di derivazione extraeuropea?


RISPOSTA ALLA DOMANDA N. 7 di 16

Gent. Neuroscienziata Elena Cattaneo,  ancora una domanda retorica, con una vena di polemica nei confronti della COLDIRETTI, ........... “che mi pare sia contraria agli OGM”. Sì, guardi, lo posso confermare, se per caso non l'avesse capito e avesse ancora dei dubbi, visto che sono pochi mesi che si occupa di OGM, la COLDIRETTI è contraria agli OGM!

Gent. neuroscienziata, non c’è bisogno di scomodare il Ministro Martina  per avere una risposta alla domanda n. 7. E’ sufficiente recarsi in un Consorzio Agrario Provinciale (CAP), o in una qualsiasi rivendita di mangimi, quindi non solo nei Consorzi Agrari, e acquistare un sacco di mangime. Sull’etichetta, purtroppo, ci sarà scritto che gli alimenti, forse non tutti, ma soia sicuramente, derivano da OGM.  Mi trova completamente d’accordo e la farei anch’io questa domanda, pleonastica, al Ministro Martina, perché è assurdo che i nostri agricoltori/allevatori che si autoproducono i mangimi, giochino una stessa “partita taroccata” con altri allevatori, che, invece, acquistano mangimi OGM, senza poi essere obbligati ad indicare in etichetta che la carne, il latte, le uova, ecc. sono state ottenute mediante l’utilizzazione di questa tipologia di mangimi.

Gent. neuroscienziata, a me, sinceramente, sorge anche un dubbio…..ovvero che i mangimi animali in Italia siano etichettati come OGM anche se non lo sono. Mi spiego, se io fossi un produttore di mangimi, consapevole del fatto che siamo in presenza di “inquinamento genetico” ormai diffuso, e conseguentemente risulta difficile avere materiale completamente esente da OGM, per togliermi ogni responsabilità, etichetterei come OGM anche il mangime che non lo è! Risparmierei tutti i costi di segregazione e di analisi, e, soprattutto, eviterei tutte le responsabilità legali, qualitative e commerciali legate alla etichettatura come “mangime non OGM”. Tanto gli allevatori, in un mercato in cui il prezzo della carne e del latte non è correlato alle caratteristiche qualitative del mangime utilizzato, lo acquistano ugualmente e acquistano quello che ha il minor costo per Unità Foraggera. Pertanto, la presenza sul mercato di mangime OGM, ritenuto (ripeto ritenuto, poi andremo a vedere se è vero oppure no) qualitativamente inferiore, venduto ad un prezzo leggermente più basso, determina anche un abbassamento del prezzo del “mangime non OGM”……… e questo è un fatto gravissimo per i nostri coltivatori/allevatori che sono costretti ad utilizzare un mangime autoprodotto "OGM free", e che non vedono ripagato adeguatamente il fatto di non coltivare OGM.

Le dirò di più gent. neuroscienziata, in Italia viviamo il paradosso che importiamo una modestissima quantità di mais OGM destinato all'alimentazione animale, che è più o meno pari a quella che destiniamo ai biodigestori per la produzione di singas. Pertanto, paradossalmente, utilizziamo il mais OGM per l'alimentazione animale e destiniamo il nostro mais "non OGM" ai digestori. Tutto questo in relazione al fatto che non c'è etichettatura dei derivati ottenuti da mangimi OGM. Se ci fosse etichettatura, il nostro mais "non OGM" sarebbe sicuramente più apprezzato e sarebbe destinato all'alimentazione animale e non ai digestori. Assurdo, veramente assurdo. 

Gent. neuroscienziata, colui che Le ha suggerito questa domanda l’ha utilizzata per fare polemica con la COLDIRETTI. Ma che colpa ne ha la COLDIRETTI se l’80% delle persone non vuole questa innovazione tecnologica. Certo, la COLDIRETTI, così come la CIA (almeno quella romana), gli OGM non li vuole ………. e allora? Per non fare ipocrisia deve smettere di vendere mangimi OGM, anche se sul mercato ci sono solo quelli? Senatrice Cattaneo Lei vuole forse che noi dipendiamo dall’estero anche per la carne e per il latte, così poi possiamo esportare una maggior quantità di prodotti industriali? Facciamo le cose seriamente. Mettiamo l’etichettatura anche sui derivati da OGM (carne, latte, uova, ecc.) e poi vedrà come diminuirà l’importazione e la vendita di mangimi OGM, anche nei Consorzi Agrari della COLDIRETTI.

Cara Neuroscienziata Elena Cattaneo, ancora una volta, come vede non è tutto così semplice. E’ vero che la COLDIRETTI vende mangimi OGM presso i suoi Consorzi Agrari, ma cosa dovrebbe fare? Se fossero etichettati i derivati (carne, latte, uova, ecc.) probabilmente la gente sceglierebbe quelli ottenuti senza gli OGM. Ecco allora che i nostri agricoltori potrebbero produrre di più e con ogni probabilità potremmo fare a meno delle importazioni di soia OGM, ma ci sono altre motivazioni che ci impediscono di farlo. Se fossi in Lei, visto che ha anche un ruolo istituzionale di prestigio, proporrei una bella Legge sull’etichettatura dei derivati da mangimi OGM (carne, latte, uova, ecc.), con la certezza di rendere un ottimo servizio alla nostra agricoltura, alla nostra Società e ai nostri figli.