Visualizzazioni totali

venerdì 22 agosto 2014

L’Italia apre agli OGM. Quali sarebbero gli scenari futuri più probabili?

L’Italia, come tutti sanno, ha sempre contrastato gli OGM in campo agricolo. Fatto, direi, incontestabile. Supponiamo per un attimo che il nostro Paese apra alla possibilità di poter coltivare OGM, in un mercato in cui non ci sia né l'etichettatura degli alimenti OGM in quanto tali, né l’etichettatura dei derivati da OGM (carne, latte, uova, ecc.).

Gli scenari, molto brevemente, potrebbero essere i seguenti, in successione:

- sul mercato si avrà un unico prezzo per la materia prima OGM e per quella convenzionale e, pertanto, in relazione ad un seppur minimo abbassamento del costo di produzione, gli agricoltori ricorreranno massicciamente alle sementi OGM;

- le grandi aziende agricole di pianure utilizzeranno massicciamente gli OGM, in quanto consentono una seppur minima riduzione del costo della manodopera, in relazione alla possibilità di semplificare talune operazioni colturali (diserbo e trattamenti insetticidi);

- le aziende agricole di collina e di montagna, che non otterranno grandi vantaggi dall'utilizzazione degli OGM, in quanto queste piante per aumentare la produttività hanno comunque bisogno di terreni fertili e di acqua, saranno ulteriormente svantaggiate da questa innovazione tecnologica, poichè non potranno competere sulla base dei bassi costi con le aziende agricole di pianura;

- la diminuzione di competitività delle aziende agricole di collina e di montagna determinerà esodo rurale da questi territori, con tutte le conseguenze del caso, legate a fenomeni di dissesto idrogeologico;

- il massiccio ricorso a sementi OGM determinerà la completa scomparsa dell’industria sementiera nazionale e la completa dipendenza dall’estero per la fornitura di sementi, con tutti i problemi connessi alla produzione delle sementi e all’autoapprovvigionamento alimentare, in quanto non si può consentire che la nostra agricoltura dipenda dall'estero per le sementi;

- i costi di produzione agricoli italiani, anche con gli OGM e soprattutto per le aree marginali di collina e di montagna (e di collina e di montagna in Italia ce n’è tanta), sarebbero comunque decisamente superiori a quelli del mercato globalizzato. Solo alcune aree di pianura particolarmente vocate, e a fronte di una intensificazione dei processi produttivi e/o di sfruttamento dell’ambiente, potrebbero competere con il mercato globale;

- esodo rurale dalla collina e dalla montagna, in relazione al fatto che gli OGM sono più favorevoli alle aree di pianura (secondo i dati degli ultimi Censimenti agricoli il numero di aziende agricole è diminuito del 50% in collina e del 60% in montagna);

- aggravamento dei fenomeni di dissesto idrogeologico in relazione all’abbandono della collina e della montagna;

- nonostante gli OGM, i prezzi interni delle materie prime agricole sarebbero comunque mediamente superiori a quelli mondiali, in relazione al fatto che il costo dei nostri fattori produttivi è superiore a quello mondiale e in relazione al fatto che abbiamo “Regole produttive” che altri Paesi non hanno (Legge nitrati, tutela del lavoro minorile, sicurezza del lavoro, limiti nell’uso di determinati antiparassitari, ecc.);

- le importazioni crescerebbero enormemente e raggiungerebbero soglie vicino al 100% per tutte le materie prime agricole. Probabilmente noi potremmo rimanere competitivi con frutta e ortaggi, a meno che i “Geni degli OGM” non facciano ortaggi e frutta OGM resistenti al freddo, o con minor fabbisogno di freddo, o a quant’altro……in questo caso potremmo assistere ad una delocalizzazione della produzione, così come è già avvenuto, per altre motivazioni, con il melo, con il riso, ecc. E’ anche vero che i nostri agricoltori, nel caso in cui fossero create, potrebbero iniziare a produrre caffè, banane e ananas a “Chilometro zero”, con tutti i vantaggi legati alla produzione e distribuzione del cibo;

- ovviamente, diminuirebbe il grado di autoapprovvigionamento alimentare del nostro Paese, con tutti i problemi del caso;

- in termini generali aumenteranno i nostri problemi relativamente al mantenimento di una agricoltura vitale sul territorio e al reperimento di alimenti …….. e questo per un Paese non è auspicabile ………………  la sicurezza alimentare è un bene troppo prezioso per la collettività, poiché per impostare una “Robusta Agricoltura” sul territorio, c’è bisogno di grandi capitali e di tanto tempo.

Se qualcuno pensa che la nostra Agricoltura possa competere con gli OGM con la Globalizzazione dei Mercati, allora, forse, non ha ben presente come funziona un mercato che negli ultimi anni è stato modellato e fatto su misura per gli OGM. Di seguito la cronistoria degli avvenimenti, che hanno portato alla creazione di un mercato dei prodotti agricoli fatto "a misura degli OGM":

-         1) Eliminazione dei sussidi all’agricoltura (disaccoppiamento), che ha determinato una certa flessione delle produzioni;

-         2) Brevetto sul materiale biologico (sementi);

-         3) Accettazione della "Sostanziale equivalenza" (che cosa sia nessuno è in grado di comprenderlo pienamente) degli alimenti OGM nei confronti di quelli convenzionali;

-         4) Tecniche agricole diverse per i diversi Paesi che partecipano al mercato internazionale. Tecniche agricole che molto spesso da noi non sono consentite (nessuna limitazione nell'uso dei concimi e degli antiparassitari, sfruttamento del lavoro, assenza di burocrazia e di norme igieniche, ecc.). Per l’Italia è come partecipare ad un incontro di box con le mani legate;

-         5) Libero mercato tra i diversi Paesi, senza alcuna forma di protezione;

6) Migliaia di aziende agricole che chiudono.

Cos'hanno fatto di male gli agricoltori per meritarsi tutto questo?