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giovedì 14 agosto 2014

16 - Quando la neuroscienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo vuole parlare di OGM in agricoltura al Ministro Martina…….risposta n. 16 di 16

Gent. Neuroscienziata Elena Cattaneo,
non pensavo di farcela, ma siamo alla fine. Come al solito mi dispiace del fatto che utilizzi toni da inquisitore, ma pazienza. Insisto ancora nel dirle che, in relazione al fatto che molto probabilmente non ha mai visto un campo coltivato, o, quantomeno, non ne conosce le problematiche, Le consiglierei di non farsi strumentalizzare su problematiche di carattere agricolo e di continuare a fare il suo lavoro. Mi creda, sarebbe un bene per tutti. Il campo coltivato, purtroppo, non è un laboratorio di chimica, ma è qualcosa di molto più complesso, dove le interazioni tra esseri viventi sono infinite. Occorre poi un approccio olistico al problema, senza dimenticare le interconnessioni che possono esserci tra biodiversità, tutela del territorio, economia, politica, etica, ecc. Purtroppo questo approccio olistico i suoi suggeritori non lo possiedono, per cui le fanno fare delle figure quantomeno discutibili.

DOMANDA N. 16 - Le propongo infine un'analogia, certo un po' forzata, ma per dare l'idea. Essendo ministro di un Governo di centro-sinistra, non ritiene inappropriato occuparsi solo di quel 2% della popolazione che può vestirsi in cashmere (e nutrirsi del costoso, non sostenibile e non salvifico “biologico”), disinteressandosi del fatto che il resto dei cittadini abbia almeno della lana a disposizione?


RISPOSTA ALLA DOMANDA N. 16 di 16

Gent. Neuroscienziata Elena Cattaneo,  provi a “girare” la Sua domanda in un altro modo, ovvero, “vuole con gli OGM creare una sorta di proletariato alimentare, per cui i ricchi continueranno a mangiare un prodotto sicuro da un punto di vista nutrizionale (alimento biologico), mentre i poveri, pur in presenza di rischi alimentari/nutrizionali, saranno costretti a mangiare OGM, solo perché gli alimenti OGM avranno un prezzo inferiore?” Del resto questa è una strategia già applicata dai sostenitori del Capitalismo ……. In assenza di un aumento dei salari, una diminuzione del prezzo degli alimenti (quali alimenti? gli OGM?) può determinare un aumento del reddito reale dei lavoratori (se lo faccia spiegare dal Suo amico corbellini). Pertanto gli OGM potrebbero essere visti come uno strumento nelle mani dei capitalisti, per nutrire la forza lavoro senza aumentare i salari,   mantenendo così inalterati i loro profitti e l'accumulazione di capitale. Come vede, gli OGM non sono certo uno strumento idoneo a politiche di sinistra, come Lei vorrebbe far apparire …….  Anzi, fanno parte di quegli  strumenti economici che determinano un aumento del reddito da capitale a scapito del reddito da manodopera ……….. una strategia da sempre applicata dai movimenti che preferiscono il capitale alla manodopera.

Personalmente, sarei per applicare il “Principio di precauzione” anche per le piante ottenute per mutazione indotta, così come per gli OGM, poiché l’introduzione di nuovi geni determina degli effetti metabolici nella pianta che vanno a modificare le caratteristiche alimentari del cibo ottenuto. Purtroppo, questo elemento non è mai apparso dalle Sue domande, poiché al contrario di quanto affermano taluni sostenitori degli OGM, le caratteristiche nutrizionali delle piante OGM cambiano rispetto a quelle convenzionali. Per esempio ci sono specifiche ricerche che ci dicono che il “mais Bt” ha un maggior contenuto di lignina, mentre altre ricerche ci dicono che il “pomodoro arricchito di vitamina A”, ha un minor contenuto di licopene. In particolare, specificamente  per gli OGM, il prof. Dulbecco in una intervista a “La Repubblica”  ci fa notare che:

L’eliminazione di geni, uno per volta, è già stata ottenuta in organismi unicellulari mostrando che un certo numero di geni può essere eliminato anche dagli organismi più semplici, permettendone egualmente la sopravvivenza. Alcuni dei risultati ottenuti in esperimenti di questo genere hanno una particolare importanza per il nuovo progetto Venter-Smith. In un esperimento, per esempio, si è aggiunto, anziché eliminarlo, un gene ad un’alga unicellulare.
L’alga originaria era fotosintetica, cioè otteneva energia dalla luce solare, e l’usava per produrre gli zuccheri che sono necessari per la sua esistenza; dopo l’introduzione del nuovo gene, perse l’attività fotosintetica e cominciò ad usare gli zuccheri presenti nell’ambiente, anziché fabbricarli dentro di sé. Perciò il nuovo gene causò una profonda perturbazione dell’operazione di altri geni. Questo effetto non è sorprendente. Ci sono molti esempi che dimostrano una connessione tra le funzioni di geni apparentemente indipendenti. Per esempio, coi metodi oggi a disposizione è possibile determinare il grado di attività di tutti i geni in una cellula; ed è stato dimostrato che introducendo un nuovo gene in una cellula, la funzione di un gran numero di altri geni viene alterata. Eliminare un gene avrà, presumibilmente, conseguenze simili. Ciò è molto importante per il nuovo progetto: non è sufficiente introdurre un gene nell’organismo per determinarne l’effetto, che invece dipende da quali altri geni sono già presenti. Perciò bisognerà determinare l’effetto di un gene su organismi contenenti diversi gruppi di geni, il che complicherà le cose.
È chiaro perciò che l’esperimento proposto, apparentemente abbastanza semplice, incontra grandi difficoltà nell’applicazione a organismi viventi. Bisogna pensare che gli organismi oggi esistenti sono il risultato di una evoluzione che è durata milioni di anni, durante la quale tutti questi problemi, ed altri ancora, sono stati incontrati e risolti con molti tentativi. Oggi è possibile imitare l’evoluzione nel laboratorio, usando organismi molti semplici, ma è sempre un problema serio.
Si parla molto dei possibili pericoli degli esperimenti. Certo, questa è una grande incognita. Vengono prese alcune precauzioni, che sembrano molto valide, ma che si basano sulle nostre attuali conoscenze; sarà così anche con le novità che possono derivare dall’esperimento? Nessuno lo sa. Nel passato, ci sono stati molti casi in cui i risultati sono andati oltre le aspettative. L’importante sarà essere molto cauti durante lo svolgimento del lavoro, considerare ogni risultato imprevisto come un pericolo, e valutarlo in modo appropriato.”


Gent. Sen. Cattaneo, colui che Le ha suggerito questa domanda l’ha utilizzata per far credere alla gente comune che vietare gli OGM sia una politica di destra. Ma, purtroppo, non è né di destra, né di sinistra, ma è una scelta dettata dal buon senso. Quello che non capisco è "perchè per sponsorizzare gli OGM bisogna sempre parlar male dell'Agricoltura Biologica?" Lasciamo poi stare il 2% (si riferisce al fatturato del biologico in Italia e non al numero degli acquirenti), che è un'aliquota sbagliata, in quanto i consumatori di alimenti biologici sono numericamente molti di più del 2%, poichè molto spesso solo una parte della loro alimentazione è biologica (io, per esempio acquisto solo latte, pasta, burro, uova e pomodoro biologici). Ma Lei ha mai visitato un’azienda agricola biologica? Ma si rende conto delle fatiche e dei rischi che deve affrontare un agricoltore biologico, che deve attuare una coltivazione in pieno campo senza utilizzare fitofarmaci di sintesi per non inquinare l'ambiente? Senza utilizzare fitofarmaci sistemici? Senza utilizzare concimi chimici? Un agricoltore che attraverso siepi a piante arboree cerca di mantenere una certa biodiversità. Un agricoltore che sperimenta sulla sua pelle tecniche produttive a basso impatto ambientale, che, se funzionano, vengono adottate anche dall’agricoltura convenzionale (trappole sessuali, confusione sessuale, Bacillus thuringiensis, ecc.)? Personalmente ritengo che la nostra Società dovrebbe dare a questi agricoltori un premio! 


 Cara Neuroscienziata Elena Cattaneo, ancora una volta, come vede, non è tutto così semplice. Occorre avere una visione olistica del problema e non soffermarsi, anche superficialmente, sugli effetti di breve periodo. Le consiglierei, se ritiene opportuno intervenire ancora sull’argomento, di continuare a studiare la problematica degli OGM in agricoltura, perché la materia non è così semplice come molto spesso si pensa. Se lo ritiene opportuno, in futuro potrò rispondere ad altre Sue gentili domande.