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mercoledì 23 luglio 2014

3 - Quando la neuroscienziata e senatrice a vita Elena Cattaneo vuole parlare di OGM in agricoltura al Ministro Martina ……. risposta 3 di 16


Gent. Neuroscienziata Elena Cattaneo,
ribadisco, che molto probabilmente Lei non ha mai visto un campo coltivato, o, quantomeno, non ne conosce le problematiche, Le consiglierei di non farsi strumentalizzare su problematiche di carattere agricolo e di continuare a fare il suo lavoro, mi creda, sarebbe un bene per tutti. Il campo coltivato, purtroppo, non è un laboratorio di chimica, ma è qualcosa di molto più complesso, dove le interazioni tra esseri viventi sono infinite. Nell'affrontare la problematica relativa agli OGM in agricoltura, occorre poi un approccio olistico, senza dimenticare le interconnessioni che possono esserci tra biodiversità, tutela del territorio, economia, politica, etica, ecc.

DOMANDA N. 3 - Non è avventuroso per il Governo sostenere, come fa con il Dl 91/2014, che la competitività italiana avrà qualche stimolo dal divieto (assistito da sanzioni penali!) di coltivare del mais Ogm che peraltro importiamo? Infatti, mentre si chiede la distruzione di un terreno grande come un campo di calcio coltivato con Ogm (per un totale di solo cinque tonnellate di Ogm raccoglibile), parte dei quattro milioni di tonnellate di mais che importeremo quest'anno è di quello stesso mais Ogm. Insomma, non Le sembra contraddittorio punire la libertà d'impresa (comma 8, art 4, Dl 91/2014) degli agricoltori che chiedono legittimamente di coltivare mais Ogm, quando ne importiamo a valanghe proprio perché ci sono le prove che non sono dannosi ma migliori per l'alimentazione animale?


RISPOSTA ALLA DOMANDA N. 3 di 16

Gent. neuroscienziata Elena Cattaneo, in primo luogo non è vero che importiamo 4 milioni di tonnellate di mais ……….. ma è vero che ne abbiamo importato negli ultimi anni una media di 2,5-2,7 milioni, che poi in parte sono anche esportati, per cui il saldo import/export è inferiore. Tra l'altro Lei insiste a dire che il mais importato (20% del necessario) è OGM. Purtroppo per Lei, il mais importato proviene per la quasi totalità dai Paesi dell'UE, per cui, sempre che lo sia, è mais OGM solo in piccolissima parte ............ mi dispiace, ribadisco, ma ha dei pessimi informatori!

Potrebbe, invece, essere vero quello che afferma il Ministro Martina, ovvero che con gli OGM la competitività del sistema agroalimentare nazionale potrebbe diminuire. E’ un’ipotesi, supportata dal dato, quasi certo, che i 3/4 dei consumatori gli OGM non li vogliono mangiare. Pertanto, nell’ipotesi che il nostro Paese si mantenga “OGM Free”, si aprirebbero buone prospettive per le nostre esportazioni di alimenti, in quanto andrebbero a soddisfare una domanda sicuramente  presente di alimenti "OGM free" nei Paesi che decideranno di aprire agli OGM. 

Tenga poi presente che il nostro Paese non potrà mai competere con i prodotti della globalizzazione dei mercati sulla base dei bassi costi e dei bassi prezzi. Pertanto, anche nella malaugurata ipotesi che gli OGM siano liberalizzati, gli approvvigionamenti sarebbero comunque garantiti dalle importazioni. Anzi, con ogni probabilità, la nostra dipendenza dall'estero aumenterebbe, in quanto non avremmo più alcuna barriera alle importazioni di alimenti OGM. Sarebbe come se la FERRARI volesse competere con la FIAT nella produzione delle Panda. Il giorno in cui la FERRARI deciderà di costruire le Panda, è certo che dopo pochi giorni chiuderà l'attività. 

Mi meraviglia poi che una scienziata come Lei ne faccia una questione quantitativa, quando parla del “campo illegale seminato a OGM in Friuli ”….….grande come un campo di calcio coltivato con OGM (per un totale di solo 5 tonnellate di OGM raccoglibile)……”. Il plutonio è nocivo a nanogrammi. Ma così è!

Infine, dove sono le prove che questo mais è migliore per l’alimentazione animale? Il prof. Infascelli non credo sia d’accordo.


 Ancora una volta colui che le ha suggerito questa terza domanda l’ha utilizzata per far credere alla gente comune che il nostro Paese potrebbe risparmiare 2,2 miliardi di euro……….. ma anche questo, come abbiamo già visto, non è vero! Purtroppo, ancora una volta, la verità è un’altra, poiché il nostro Paese, se vorrà continuare ad esportare prodotti industriali, potrà solo limitare in parte queste importazioni e gli OGM non sono lo strumento per farlo.


Infine, dare una risposta alle esigenze della nostra agricoltura ed affrontare i rischi del mercato (oggi invaso dal made in China) non vuol dire rincorrere questi Paesi sulla loro strada, ma realizzare le condizioni, già individuate dagli studiosi, per coniugare le esigenze economiche con quelle di tutela della salute e di sostenibilità ambientale. Non va dimenticato, peraltro, che esistono valide metodiche scientifiche alternative agli OGM. E, infine, tutto ciò andrebbe inquadrato ricordando la differenza di livello applicativo tra “ricerca” e “innovazione”.    

Cara Neuroscienziata Elena Cattaneo, come vede non è tutto così semplice. E’ vero che importiamo una buona parte, non tutti, dei mangimi che utilizziamo, ma è anche vero che saremmo in grado di produrceli, ma ci sono altre motivazioni che ci impediscono di farlo, non solo la mancata adozione degli OGM.