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lunedì 10 febbraio 2014

OGM/Convenzionale ........... Coesistenza impossibile, anche negli USA!

Certo che nel Mondo vive gente strana! Gli Americani e i Canadesi che da quasi vent’anni coltivano OGM, chiedono uno “STOP ai campi sperimentali di nuovi OGM” e chiedono di evitare la coesistenza tra varietà diverse di mais e soia OGM. Noi, Italia/UE, che fortunatamente abbiamo lasciato fuori dai nostri confini queste piante, chiediamo, invece, norme di coesistenza, ben sapendo che “coesistenza” significa apertura incondizionata alla coltivazione di OGM!

Cos’è accaduto? In Canada e negli Stati Uniti d’America numerose associazioni di produttori e di trasformatori di frumento hanno chiesto una moratoria alla sperimentazione in pieno campo ad alla successiva coltivazione di varietà di mais e di soia non approvate nei Paesi importatori. Perché questa cautela in Paesi che da anni coltivano “senza scrupolo” piante transgeniche di ogni tipo? La motivazione è da ricercare nel fatto che la coesistenza dei soli campi sperimentali con coltivazioni di piante convenzionali, ha determinato “inquinamento genetico incontrollato”, per cui anche nella granella ottenuta dalla produzione di piante convenzionali è stata verificata la presenza di “granella OGM”, spesso di varietà non ancora approvate per la coltivazione. Tale esigenza, ovvero quella di evitare la coesistenza, è giustificata dal fatto che, in un momento in cui la scienza è ancora divisa sulle conseguenze ambientali e salutistiche di questi nuovi organismi, i consumatori, soprattutto quelli europei, sono concordi nel ritenere gli alimenti transgenici di qualità inferiore rispetto a quelli convenzionali o biologici. Cosa comporta tutto ciò? Molto semplicemente, comporta il rischio di vedersi rifiutare il prodotto esportato in cui vi è la presenza di “granella OGM non ancora approvata” e, pertanto, comporta il rischio di ingenti perdite economiche! Cosa, del resto già accaduta per le esportazioni di mais in Cina. In particolare, la Cina ha rispedito al mittente le esportazioni di mais “inquinate” da mais non approvato dal Governo cinese. In relazione a questo fatto i produttori americani di mais hanno chiesto alle ditte sementiere di evitare di mettere in commercio, anche per le semine negli U.S.A. o in Canada, varietà di mais non approvate dai Paesi esportatori, poiché a causa dell’inquinamento genetico, partite di mais approvato dai Paesi importatori, potrebbe essere inquinato da “mais non approvato”.



Ecco allora che le motivazioni allo STOP alla sperimentazione ed alla coltivazione di piante transgeniche divengono di tipo economico, in quanto sostenere queste coltivazioni significa produrre un bene che il consumatore non vuole acquistare.
Questa presa di posizione delle associazioni dei produttori e dei trasformatori americani e canadesi è la chiara dimostrazione, se ce ne fosse bisogno, che non possono coesistere in uno stesso territorio coltivazioni convenzionali con coltivazioni transgeniche. La motivazione è da ricercare nel fatto che queste piante hanno tutte transgeni costitutivi che si esprimono in ogni parte della pianta (nelle radici, nel fusto, nelle foglie, nel polline), con tutte le conseguenze del caso, in quanto il polline una volta diffuso nell’ambiente, può fecondare altre piante coltivate della stessa specie, oppure altre piante parentali selvatiche, originando così “inquinamento genetico diffuso e incontrollabile”.